L’Ipocondria è un disturbo psichico che si manifesta con una preoccupazione eccessiva riguardo alla propria salute. Chi ne soffre vive costantemente con una paura del tutto infondata di avere una grave malattia. Gli individui ipocondriaci, infatti, sono persone convinte che ogni piccolo malessere patito sia il segno premonitore di una patologia molto seria.
Questo timore immaginario condiziona pian piano l’intera esistenza del soggetto colpito, dalla sfera lavorativa ai rapporti sociali/affettivi.
In alcuni casi molto gravi, l’ipocondria porta all’assunzione impropria di farmaci, depressione, senso di frustrazione ecc.
Guarire dall’ipocondria è difficile, in quanto, oltre a un trattamento adeguato, bisogna che il paziente collabori con il proprio psicoterapeuta. Ci sono comunque delle cure per l’ipocondria.
Ma andiamo per gradi. Vediamo innanzitutto qual’è il significato del termine ipocondria.
Il significato del termine ipocondria
Il significato della parola ipocondria è da ricercare nel greco antico: ὑποχόνδρια (dal suffisso ὑπό=sotto e χονδρίον=cartilagine del diaframma costale). In epoca antica questo termine indicava un disturbo che si riteneva essere localizzato nella fascia addominale e già nel II secondo d.C. era utilizzato nell’ambito della dottrina ippocratica degli umori. Nel 1845 la patologia fu inserita da Wilhelm Griesinger tra gli stati depressivi psichici, sebbene come forma minore e più lieve di altri disturbi. Emil Kraepelin nel 1896 suggerì un’interessante distinzione tra hypochondria cum materia, ovvero con disturbi reali ma sopravvalutati, e hypochondria sine materia, ovvero senza alcuna basa oggettiva.
Ad oggi un paziente è definito ipocondriaco (affetto da ipocondria) quando continua a male interpretare alcune sensazioni corporee nonostante abbia ricevuto rassicurazioni mediche pertinenti, valide e ben fondate, e nonostante abbia le capacità intellettive per comprendere le informazioni ricevute.
Nell’ipocondria la preoccupazione può riguardare le funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la respirazione); alterazioni fisiche di lieve entità (per es. piccole ferite o una saltuaria allergia); oppure sensazioni fisiche indistinte o confuse (per es. “cuore affaticato”, “vene doloranti”).
Il soggetto che soffre di ipocondria attribuisce questi sintomi o segni alla malattia sospettata ed è molto preoccupato per il loro significato e per la loro causa. In alternativa ci può essere preoccupazione per un organo specifico o per una singola malattia (per es. la paura di avere una malattia cardiaca).
I soggetti ipocondriaci possono allarmarsi anche solo leggendo o sentendo parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, ed a causa di osservazioni, sensazioni o eventi che riguardano il loro corpo.
Come guarire dell’ipocondria
Il soggetto affetto da ipocondria è intrappolato in una spirale viziosa che non solo rende vani i tentativi di rassicurazione e le valutazioni critiche che esso rivolge alla propria condizione, ma, in più, si nutre di tali tentativi e valutazioni. Dunque, come guarire dall’ipocondria?
I tentativi di rassicurazione autonomi (autoesami, ricerche di informazioni su internet, ecc.) ed eteronomi (pareri continui chiesti ai familiari, visite mediche, esami specialistici, ecc.) nella maggior parte dei casi non hanno alcun effetto oppure funzionano solo temporaneamente e soprattutto in molti casi inaspriscono i timori ipocondriaci.
Tra le cure per l’ipocondria vi è sicuramente, dunque, l’intervento psicoterapeutico. In questo caso lo psicoterapeuta dovrà avere tra i suoi obiettivi principali quello di individuare e interrompere le spirali viziose dell’ipocondria.
E’ importante, comunque, che lo sforzo avvenga da entrambe le parti. Anche gli ipocondriaci devono collaborare con lo psicoterapeuta e credere fermamente nei consigli di quest’ultimo.