Anticipare l’accesso alla pensione di qualche anno è possibile: vediamo insieme quali sono le migliori soluzioni per farlo.
In alcuni casi si tratta di misure riservate ad alcune particolari categorie di lavoratori, mentre in altri casi sono previste delle penalizzazioni sull’assegno previdenziale per coloro che vi accedono.
La cosa certa è che anticipare l’accesso alla pensione è possibile. Qui di seguito vi spiegheremo come questo sia possibile a seconda della vostra situazione contributiva.
Innanzitutto è importante ricordare quale sia l’età pensionabile in Italia.
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia Inps bisogna aver compiuto almeno 66 anni e 7 mesi. Parimenti sono richiesti 20 anni di contributi.
L’Inps stessa, però, riconosce uno strumento per il pensionamento anticipato. Infatti, è possibile andare in pensione anche prima del raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi, purché si abbia maturato un requisito contributivo pari ad almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomini) o 41 anni e 10 mesi (se donne).
Questi requisiti subiranno delle variazioni a partire dal 1° gennaio 2019, quando
- per la pensione di vecchiaia l’età pensionabile aumenterà a 67 anni;
- per la pensione anticipata il requisito contributivo aumenterà a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e a 42 anni e 3 mesi per le donne
Dato quindi l’incremento dell’età pensionabile, dal prossimo anno anticipare l’accesso alla pensione potrebbe essere una vera e propria necessità. Ma come è possibile? Ecco alcune soluzioni possibili.
Opzione contributiva della pensione anticipata Inps
Si tratta di una buona soluzione grazie alla quale è possibile andare in pensione tre anni prima rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia. Servono, comunque, alcuni requisiti:
- avere la pensione calcolata con il sistema contributivo puro,
- età anagrafica pari a 63 anni e 7 mesi;
- requisito contributivo pari a 20 anni;
- l’importo dell’assegno previdenziale deve essere superiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale (453€ per il 2018).
Anche per l’opzione contributiva della pensione anticipata ci attende una modifica dei requisiti a partire dal 1° gennaio prossimo: l’età pensionabile, infatti, sarà aumentata a 64 anni.
Anticipare la pensione con l’aiuto dell’azienda
Vi sono alcuni strumenti con i quali le aziende dove sono impiegati i lavoratori contribuiscono in maniera attiva al finanziamento della pensione. Infatti, queste possono decidere di liberarsi dei dipendenti in esubero finanziando tutta, oppure solamente una parte, dell’indennità sostitutiva che questi percepiranno negli anni che li separano dall’accesso alla pensione.
Una di queste forme di prepensionamento si chiama isopensione, con la quale si può anticipare l’accesso alla pensione fino ad un massimo di 7 anni. Durante questo periodo, però, il lavoratore non percepisce una vera e propria pensione bensì un’indennità sostitutiva pagata dall’Inps ma finanziata dal datore di lavoro.
In alternativa all’isopensione, il datore di lavoro potrebbe contribuire alla pensione anticipata del lavoratore aderendo all’Ape Aziendale. Si tratta di uno strumento correlato ad un’altra opzione di prepensionamento: l’Ape Volontario, un anticipo pensionistico che consente ai lavoratori che si trovano a 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia di smettere di lavorare percependo per questo periodo un’indennità sostitutiva della pensione finanziata tramite un prestito bancario. Questo prestito verrà poi ripagato dal lavoratore stesso una volta raggiunta l’età pensionabile, tramite una decurtazione sull’assegno previdenziale nei 20 anni successivi.
E’ bene ricordare che questa tipologia di prepensionamento può essere richiesta esclusivamente ai lavoratori del settore privato; non possono farne ricorso, quindi, i dipendenti del pubblico impiego.
Anticipo della pensione riservato ad alcune categorie di lavoratori
Infine, vi sono delle opzioni per il pensionamento anticipato riservate esclusivamente ad alcune categorie di lavoratori.
Queste sono riconosciute dal nostro ordinamento e sono soggette a particolari profili di tutela: a loro è consentito andare in pensione prima rispetto agli altri lavoratori e possono ricorrere all’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che a differenza di quello Volontario, non prevede decurtazioni sulla pensione.
Possono accedere a questo strumento i lavoratori che abbiamo compiuto almeno 63 anni e facciano parte di uno di questi quattro profili di tutela previsti:
- disoccupati che hanno perso il lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà purché abbiano maturato 30 anni di contributi e da almeno 3 mesi non ricevano alcun ammortizzatore sociale;
- invalidi civili almeno al 74% con almeno 30 anni di contributi;
- caregiver, ovvero persone che assistono il coniuge o parenti di primo grado con disabilità grave, purché abbiano maturato almeno 30 anni di contributi;
- lavoratori occupati in attività gravose, purché abbiano almeno 36 anni di contributi.