MMA è l’acronimo inglese che sta per Mixed Marzial Arts o Arti Marziali Miste. Dunque l’MMA è uno sport da combattimento a contatto pieno nel quale sono ammesse tecniche di percussione dette Striking (calci, pugni, gomiti e ginocchia) e tecniche di lotta e di sottomissione che vengono raggruppate sotto il nome Grappling (leve articolari e strangolamenti).
Gli atleti possono vincere l’incontro per KO o per sottomissione dell’avversario tramite strangolamento o leva articolare o schiacciamento muscolare.
Sono numerose le organizzazioni mondiali che promuovono incontri professionali di MMA; la più conosciuta è senza dubbio la UFC o Ultimate Fighting Championship, ma l’unica federazione internazionale riconosciuta dal comitato olimpico internazionale è la FILA che in Italia viene rappresentata dalla FIGMMA (Federazione Italiana Grappling e Mixed Marzial Arts).
Nascita ed evoluzione dell’ MMA
Si è soliti pensare che le Arti Marziali Miste siano nate pochi anni fa da una costola del Valetudo Brasiliano senza considerare numerosi fattori.
E’ indubbio che la famiglia Gracie e il Valetudo abbiano contribuito incredibilmente alla diffusione di questa forma di combattimento, rendendola estremamente popolare in tutto il mondo, da prima attraverso i tornei di Valetudo e successivamente attraverso i match UFC (Ultimate Fighting Championship) che oggi rappresenta la maggiore organizzazione professionistica del mondo.
Va però ricordato che negli stessi anni del Valetudo, in Giappone vi erano grandi tornei di Shottowrestling o Shotto, il quale altro non era che una forma di combattimento identica a ciò che oggi chiamiamo MMA; stiamo parlando degli anni settanta-ottanta, quindi parecchio tempo prima della nascita del UFC.
Se volessimo andare indietro e ricercare le radici di questa forma di combattimento dovremmo risalire fino all’antica Grecia, dove già nell’Olimpiade del 648 a.c. venne introdotto il Pankration che permetteva agli atleti di utilizzare tecniche di lotta e di percussioni.
Quindi risulta inopportuno attribuire alle Mixed Marzial Arts l’etichetta made in USA, Brasile o Giappone senza fare delle giuste considerazioni e rendere merito a ogni tassello che ha contribuito alla nascita e alla diffusione di questo Stile di combattimento.
Nel 1993 il Jujitsu brasiliano venne introdotto in America quando Rorion Gracie organizzo’ lo “Ultimate Fighting Championship” o UFC in cui suo fratello Royce Gracie si distinse vincendo 3 delle prime 4 competizioni. Per quanto riguarda lo shooto/shootwrestling/catch wrestling, lottatori come Kazushi Sakuraba, Enson Inoue e Rumina Sato hanno perpetuato questo stile in epoca recente con eccellenti risultati. Rumina Sato vinse un incontro in soli cinque secondi con una leva al braccio volante. Enson Inoue sconfisse Randy Couture, vincitore di cinque titoli UFC, e Kazushi Sakuraba si meritò il nomignolo di “Cacciatore dei Gracie” dopo aver sconfitto ben quattro membri della famosa famiglia Gracie. Randy Couture è un esempio di atleta che ha sviluppato uno stile tutto suo, usando la sua esperienza agonistica di lotta greco-romana, che si è rivelata molto utile per sviluppare tecniche vincenti nella fase di “clinch”. Altro atleta di rilievo è stato Frank Shamrock, che partendo dal pancrase (una forma di shootwrestling) ha sviluppato un suo stile che lo ha reso uno degli atleti più completi nel panorama del MMA.
La palestra Chute Boxe in Brasile produsse molti campioni che si imposero adattando le tecniche di Muay thai alla realta’ del combattimento stile MMA. Esempi degli atleti di Chute Boxe sono Wanderlei Silva ed Anderson Silva. Oggigiorno gli atleti vengono generalmente classificati come specialisti nel “Ground & Pound” (overo “Atterralo e colpiscilo”) o nello “Sprawl & Brawl (ovvero “stai in piedi ed azzuffati”).
Attualmente le competizioni di arti marziali miste si svolgono in una maggiore sicurezza rispetto al passato: prima, infatti, le regole erano molto poche, era ammesso quasi ogni tipo di colpo o di tecnica (nella fattispecie, gli unici colpi vietati erano quelli ritenuti “sleali”: colpi ai genitali e dita negli occhi) e l’unica “protezione” che veniva usata erano i guanti (in alcuni casi, nemmeno quelli). Adesso invece prima di ogni match un team specializzato di medici spalma sul viso dei due combattenti una particolare pomata che serve a chiudere (in maniera molto sommaria) i tagli che possono verificarsi sul volto; inoltre nell’intervallo tra un round e l’altro i medici devono controllare le condizioni dei lottatori e fermare l’incontro se ritengono che uno di loro non sia nelle condizioni fisiche di continuare il match. Per quanto riguarda le protezioni, è obbligatorio l’uso di un paradenti, bendaggi sotto guanto e sospensorio. Alcuni colpi sono vietati e per questo il concetto di combattimento vero e proprio ne risulta un po’ snaturato: ad esempio è vietato dare una ginocchiata in volto all’avversario se questi si trova a terra o in ginocchio (cosa che per molti combattenti risulterebbe quasi istintivo fare), non è permesso colpire alla schiena o dietro la testa, per questo alle volte un lottatore non si preoccupa troppo di esporre questi punti, cosa che invece in un combattimento reale risulterebbe fatale.
La preparazione degli atleti
Un atleta di MMA quasi sempre si allena in più di una disciplina, per essere preparato alla varietà di stili di lotta che ogni avversario diverso può utilizzare; in linea generale ci si allena in almeno una disciplina di “striking” (ovvero dove si usano principalmente colpi), tipo boxe, kickboxing, muay thai etc. e una di “grappling” (prevalenza di prese), quali grappling, ju-jitsu, judo, sambo o wrestling (inteso nella sua accezione anglosassone come lotta composta da leve articolari, proiezioni e prese, escludendo di fatto la forma teatralizzata che si intende comunemente in Italia col termine wrestling).
Non esiste un’arte marziale migliore di un’altra, spesso ciò che determina il risultato di un incontro, è la bravura del lottatore stesso, o l’efficacia dei suoi allenamenti (indipendentemente dall’arte marziale), la condizione fisica e mentale in cui si trova al momento dell’incontro.
La sicurezza nell’MMA
Per molto tempo l’MMA è stata criticata e temuta perché brutale e troppo pericolosa, ma le statistiche dimostrano che la frequenza di KO nelle competizioni di MMA è più bassa rispetto alle competizioni di boxe e, da studi effettuati (Johns Hopkins University), è risultato che nelle competizioni di MMA vi è un minore rischio di lesioni traumatiche al cervello rispetto ad altri sport da combattimento che prevedono colpi alla testa.