L’evoluzione del costume da bagno negli anni è stata scandita da tappe molto importanti che hanno visto i modelli cambiare in modi davvero interessanti. Dai primi costumi completamente coprenti ai micro bikini tanto di moda negli ultimi anni ne è passata davvero tanta di acqua sotto i ponti: scopriamo insieme alcune delle fasi più salienti della storia dei costumi interi e a due pezzi fino ai giorni nostri.
Mentre in alcune civiltà la nudità non era affatto un problema, in altre non era per niente consentita, neppure per fare il bagno in mare. E’ così che è nato l’abito da bagno, il quale ha origini molto antiche: basti pensare che esistono degli antichi mosaici di epoca romana che ritraggono giovani fanciulle in bikini che giocano a palla.
Al contrario, nel 1800 le donne non erano così audaci come le fanciulle dei mosaici romani, ed indossavano delle vere e proprie gonne da bagno caratterizzate da tessuti spessi che evitassero le trasparenze una volta entrate in acqua e i cui bordi erano appesantiti per non alzarsi.
Tra la metà dell’800 e l’inizio nel ‘900 il costume da bagno non ha subito grandissimi cambiamenti se non quello di diventare un unico pezzo con le maniche corte e i “pantaloni” che arrivavano fin sopra il ginocchio. Oltre a questo non era affatto raro che venissero indossati anche dei calzettoni per coprire l’intero polpaccio.
Con l’avvento degli anni ’20 sono andate scomparendo le maniche in favore di spesse bretelle. Oltre a questo cambiamento anche i pantaloni si sono accorciati arrivando a scoprire la gamba fino all’interno coscia.
Circa dieci anni più tardi, negli anni ’30, le scollature hanno cominciato a farsi più ampie ed i pantaloncini si sono staccati finalmente da corpetto, lasciando, però, solo una piccola striscia di pelle libera poco sotto il seno.
Ma è stato nel 1946 che è avvenuto un importante cambiamento nella storia del costume da bagno: il sarto francese Louis Réard ha inventato il bikini, formato da reggiseno e coulottes dalla sgambatura praticamente inesistente. L’ombelico rimase però rigorosamente coperto. Questo cambiamento non venne accettato fin da subito dalla maggior parte delle donne e molte non osavano indossarlo.
Gli anni ’50 ebbero come scopo quello di valorizzare le curve femminili, non solo negli abiti, ma anche nei costumi da bagno. Gli scolli divennero a cuore, le spalline si annodavano dietro al collo evidenziando il petto o scomparvero completamente, i fianchi furono stretti in fasce aderenti o vennero messi in evidenza da piccole gonnelline appena accennate.
Dagli anni ’60 in poi, le dimensioni del bikini hanno cominciato a rimpicciolirsi progressivamente: l’ombelico è uscito allo scoperto, le spalline si sono assottigliate, il seno è coperto soltanto da triangolini striminziti e gli slip sono sempre più sgambati. Inoltre, si è avuta un’esplosione di colori e fantasie.
La moda mare degli anni ’90 è stata poi enormemente influenzata da uno dei telefilm cult dell’epoca: Baywatch. Questo ha fatto sì che tornassero di nuovo in voga il costume intero anche se con una sgambatura vertiginosa.
Negli ultimi vent’anni, poi, l’evoluzione del costume da bagno è stata velocissima. Al costume intero e al bikini si è aggiunto il trikini: un bikini in cui il pezzo superiore e quello inferiore sono collegati da una striscia più o meno stretta che copre la pancia. Non ci si preoccupa più dei segni dell’abbronzatura: elementi come fasce, trasparenze, monospalla, buchi, fili modellano il costume. Il costume da bagno diventa un vero e proprio abito che deve essere abbinato in maniera impeccabile agli accessori come scarpe, borsa da mare, occhiali da sole e copricostume.