Perché la Sardegna è sempre una buona idea (e dove andare nel 2025)

La Sardegna proietta nel 2025 un’immagine di meta colta dove la vacanza balneare convive con l’esplorazione storica, enogastronomica e paesaggistica. Viaggiare verso l’isola significa oggi intercettare flussi turistici in costante crescita, accomodarsi in strutture a basso impatto ambientale e attraversare un laboratorio mediterraneo di innovazione culturale e sostenibile. Ecco qualche suggerimento sulle destinazioni 2025. 

Un 2024 da record e le prospettive per il 2025

Nel 2024 la Sardegna ha registrato 4,5 milioni di arrivi e 18,86 milioni di presenze, con un incremento del +15,4 % rispetto al 2023 e una permanenza media di 4,25 giorni. Per la prima volta, nel 2024 i visitatori stranieri hanno superato quelli italiani (53 % vs. 47 %), con un +22,6 % nel turismo internazionale e +8,3 % in quello proveniente dalla penisola. I dati confermano l’efficacia delle politiche regionali, destagionalizzando il turismo e consolidando relazioni con mercati europei e oltreoceano. Ci si augura quindi nel 2025 non solo di consolidare questo successo, ma anche di aprire a nuovi flussi.

Natura protetta: parchi, coste e biodiversità

Le aree marine protette dell’Asinara e di Tavolara-Punta Coda Cavallo intensificano la tutela ambientale integrata con l’offerta di attività come snorkeling etico, citizen science e ornitologia. A Tavolara è stata segnalata la presenza stabile del falco pescatore, segnale di un ecosistema in ripresa. Nell’entroterra, il Parco del Gennargentu si dota di nuovi belvedere e percorsi escursionistici che valorizzano villaggi pastorali e siti nuragici poco accessibili.

Cultura e turismo lento: cammini e borghi storici

La proposta “Noi Camminiamo in Sardegna”, in programma dal 1° al 5 ottobre, compone un inventario di itinerari che attraversano borghi storici e santuari campestri. Il modello di turismo lento combina escursionismo, ciclovie costiere e narrazione culturale identitaria. L’iniziativa favorisce anche la destagionalizzazione, posizionando la Sardegna come meta “quattro stagioni”. 

Enogastronomia d’eccellenza e storytelling territoriale

Il patrimonio culinario sardo offre esperienze che integrano sapori e storie locali. Vini come il Carignano del Sulcis e il Vermentino di Gallura accompagnano degustazioni di pecorino DOP, bottarga e mieli monoflora. In città come Cagliari e Alghero, i mercati civici rappresentano un crocevia di prodotti tipici identitari e di storytelling delle filiere agro-pastorali.

Ospitalità di fascia alta e resort all-inclusive

L’offerta ricettiva di alta gamma si concentra soprattutto sul nord-est: boutique-hotel e resort all-inclusive sorgono in ambienti protetti. Nota fra queste proposte è la dimensione di vita in resort come il Colonna Village: spiaggia riservata a Sos Aranzos, due piscine d’acqua dolce, pool bar, library lounge e servizi cash-free propongono un soggiorno immersivo completato da concierge per escursioni private tra le isole di Tavolara e sessioni di yoga panoramico.

Destinazioni emergenti oltre la Costa Smeralda

La città di Olbia ha superato per la prima volta il milione di presenze (+24 %), mentre San Teodoro si avvicina a 900.000 (+30 %) e Alghero registra 1,6 milioni di presenze. Queste località sono protagoniste di progetti di riqualificazione urbana e dell’apertura di boutique-hotel, diventando hub ideali per esplorazioni verso la Maddalena e la Riviera del Corallo, anche fuori stagione. 

Sardegna laboratorio di turismo sostenibile 2024-2029

La programmazione unitaria 2024-2029, attuata con fondi FESR e JTF, ha stanziato oltre 42 milioni di euro per contratti di investimento e interventi strategici su mobilità sostenibile, efficienza energetica e imprese turistiche, con priorità per il Sulcis-Iglesiente. I bandi, aperti tra luglio e ottobre 2025, favoriscono infrastrutture green, ciclovie costiere e formazione “Green STAR”, convertendo l’isola in un modello di turismo rigenerativo e a basso impatto.