Il lavoro dipendente ed il caso della partita IVA: ecco la loro compatibilità

Al giorno d’oggi entrare nel mondo del lavoro è sempre qualcosa di più difficile, trovare infatti il lavoro ideale o comunque un piccolo lavoro per guadagnare qualcosa è fattore che richiede tempo, pazienza e tanta fortuna. In questi ultimi anni sta avendo sempre più dibattito la compatibilità tra il lavoro dipendente ed il possesso della partita IVA.

Il lavoro dipendente, o meglio noto come il lavoro subordinato, è colui che all’interno di un’azienda è sotto le dipendenze, e la direzione, di un datore di lavoro. All’interno di questo lavoro è obbligato a rispettare determinati orari di lavoro, regole ed ha diritto alla retribuzione. Il contratto di assunzione può essere a tempo indeterminato o a tempo determinato ed in entrambe le categorie può essere Full Time o Part Time (quest’ultimo di tipo orizzontale o verticale).
Il contratto invece per i possessori di partita IVA (Imposta Valore Aggiunto) è invece una particolare forma fiscale e retributiva che viene riservata ai c.d lavoratori autonomi. Aprire la partita Iva è un procedimento abbastanza complesso, dove il lavoratore dovrà scegliere tra diversi regimi contabili. Successivamente per esser retribuito dovrà emettere sempre fattura ed ogni trimestre dovrà versare l’IVA al fisco.

I primi problemi sorgono quindi quando un’azienda provi ad assumere un lavoratore dipendente che sia però in possesso di partita IVA. La prima grande distinzione viene fatta a seconda del settore, le regole di compatibilità infatti cambiano dal settore privato a quello pubblico.
Nel settore privato non ci sono grandissimi problemi che riguardano la loro compatibilità, si può infatti assumere un lavoratore per l’esercizio di attività d’impresa o professionali a patto che non vi sia concorrenza con l’attività svolta dal lavoratore dipendente. Questo viene definito anche obbligo di fedeltà, che troviamo citato nell’articolo 2105 del codice civile; inoltre un dipendente privato potrebbe aprire una partita IVA individuale o di società a patto che rispetti l’obbligo di fedeltà.

Più complicata è invece la questione che riguarda il settore pubblico in quanto vige la regola che il lavoratore è obbligato a lavorare in maniera esclusiva per l’Amministrazione per cui dipende e che quindi non può svolgere altre attività. Anche in questo campo ci sono delle eccezioni, ovvero dei regimi speciali che possono essere applicati verso il lavoratore. Si possono applicare questi regimi per i lavoratori che part-time che hanno un orario inferiore al 50% di quello a tempo pieno e per lavoratori come i docenti, liberi di esercitare la libera professione. In linea di massima il lavoratore può svolgere un’altra attività se autorizzato dall’Amministrazione per cui lavora e se rispetta alcune condizioni, come il non conflitto degli interessi, l’occasionalità, la temporaneità e la compatibilità.