Dopo tante voci e promesse, forse il 2018 sarà l’anno giusto per veder finalmente partire il business del turismo spaziale. Cosa si intende per turismo spaziale? Semplice: parliamo della possibilità di viaggiare nel cosmo.
Il segnale certo di risveglio è un finanziamento cospicuo, un miliardo di dollari, a Sir Richard Branson che ha promesso che la sua Virgin Galactic sarà la prima a far provare l’emozione dello spazio ai suoi clienti.
Attenzione però che sotto il termine di turismo spaziale ci sono altre iniziative diversissime. Lo spazio inizia, per pura convenzione, oltre i 100 chilometri dal suolo e la sola offerta, per il momento su carta, per andare oltre è dell’ormai consueto Elon Musk, che con la sua SpaceX è il re del recente club degli imprenditori privati della Space Economy. Due miliardari senza paura, rigorosamente anonimi, hanno fornito a Musk una somma definita molto cospicua, prenotando nientemeno che un viaggio dalla Terra alla Luna e ritorno, senza scalo. Lo hanno provato 7 miliardari. Costo del biglietto? Dai 20 ai 40 milioni.
Nella fascia attorno i 100 chilometri da terra c’è la Virgin, che porta i suoi clienti con un aereo-razzo che, dopo essersi sganciato da quello che lo porta in quota, il Cavaliere Bianco, sale fino a quell’altezza e poi si lascia cadere per far provare l’assenza di peso ai suoi 6 ospiti. Chi l’ha provata in altre situazioni riferisce che si tratta di una sensazione impagabile, e con Virgin costa cara infatti, ma clienti pare ce ne saranno molti.
L’altro magnate dei nostri tempi, Jeff Bezos, farà provare la stessa sensazione, ma in modo diverso, con la sua Blue Origin, le cui azioni sono ovviamente già in vendita nel sito Amazon. Qui un razzo riusabile, tutto da dimostrare, porterà in quota una navicella che poi scenderà in parte frenata da un rassicurante paracadute. Grandi finestre permetteranno poi ai 6 passeggeri di vedere la Terra e i suoi paesaggi blu. Biglietti costosi, non proprio per tutte le tasche. Scendendo ancora, sotto i 30 chilometri nello spazio vicino, si può ascendere con una navicella spaziosa, una specie di pentolone come forma, attaccata a un grande pallone ad Elio, con calma e sicurezza grazie a Worldview, made in Usa, e ZeroInfinity, spagnola.
Una startup, SpaceVr, infine promette viaggi spaziali a basso prezzo, ma si resta coi piedi per terra, dato che useranno la realtà virtuale, su immagini e filmati propri ottenuti con un satellite equipaggiato per riprese stereo.